La “Maestra Dance” (ovvero divertirsi a costruire musica in classe!)


Sono una musicista e da sempre mi diverto a suonare, cantare, comporre e mixare semplici pezzi musicali anche con software scaricati gratuitamente da internet.
Lavoro da anni sull’acustica, in particolare sui fenomeni fisico-scientifici che riguardano la musica e preparo dei laboratori interdisciplinari per i bambini (e anche per gli studenti del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria) che vadano ad indagare questi due aspetti fortemente correlati. L’argomento che va per la maggiore durante queste esperienze, quello che fa più discutere, è sicuramente la differenza tra suono e rumore. Differenza soggettiva? Che dipende dalle nostre esperienze e sensazioni? Oppure differenza oggettiva? Qualcuno ci sa dare una definizione di suono e di rumore?
Il dibattito è sempre piuttosto sentito e il bisogno di una risposta cresce con il passare del tempo. Io non fornisco mai una risposta univoca (e soprattutto in situazione di laboratorio io non arrivo mai a fornire una risposta! Preferisco che la risposta emerga dai miei alunni e dalle loro esperienze!), ma con un percorso particolare faccio fare esperienze di onde ai bambini, con giochi con il telo, con l’acqua e le pipette contagocce, con corde ed elastici, con molle, con il corpo (per esempio la classica ola, la scossa e i movimenti delle braccia) ed infine con una loro definizione di onda, per collegarla alla visualizzazione di onde sonore di strumenti musicali e non registrate e ben osservabili al computer, tramite il software Audacity.
Dopo questo lavoro, ai bambini appare più chiaro come possa svilupparsi la conformazione di un’onda sonora (più periodica, regolare) e di un’onda un po’ meno sonora, come quella dei rumori (aperiodica, irregolare).
L’idea, comunque, è che la soggettività, le proprie esperienze, i propri vissuti e le proprie sensibilità fanno vivere determinati suoni come rumori (sgradevoli, stridenti) oppure determinati rumori come suoni (più piacevoli oppure così abituali da non essere più di disturbo per l’orecchio). In questo modo il dibattito rimane più o meno senza risposta, ma è importante che i bambini non abbiano una definizione “caduta sopra le loro teste” a priori, come se qualcuno avesse già prestabilito in maniera univoca quello che nel mondo è suono e quello che nel mondo è rumore (come le classiche schede-classificazione che si danno ai bambini, tipo quiz a indovinelli…e allora quello che produce un bicchiere di vetro è un suono o è un rumore? C’è spazio per le vie di mezzo?), anche perché l’esperienza ci dice che il mondo è tutt’altro che classificabile univocamente!
 Questo lavoro è una premessa essenziale a questa divertentissima sperimentazione: un progetto realizzato lo scorso anno scolastico nella mia classe, che ha preso l'avvio da una proposta emersa dalla piattaforma Indire, come esercitazione per i neo immessi in ruolo all'interno del corso di formazione. La proposta chiedeva di registrare assieme ai bambini i suoni e i rumori dei loro ambienti di vita quotidiani (casa, scuola, ecc...) e di “mixarli” in modo da creare una traccia sonora che li aiutasse a riconoscere il loro ambiente.
Appena letta la proposta ho avuto come un'illuminazione: avrei potuto realizzare una traccia sonora che fosse al tempo stesso utile per l'esercitazione, ma anche divertente, da poter ascoltare ogni giorno come le “hit” delle radio. Ho quindi deciso di procedere nel seguente modo.
Ho lavorato in classe sull’attività durante alcune lezioni a piccoli gruppi. Ho preferito lavorare inizialmente sulla consapevolezza dell’ambiente sonoro che circonda i bambini, in particolare nei diversi contesti in cui vivono. Abbiamo fatto delle liste, in cui loro sceglievano un ambiente e provavano a dire tutti i suoni/rumori che in quell’ambiente sentivano: per esempio abbiamo provato con la casa, con la strada, con il supermercato e con il giardino…per poi arrivare all’ambiente scolastico.
Di quest’ultimo non ci siamo limitati a stilare una lista: abbiamo preso un microfono e, grazie all’utilizzo del software Audacity (software completamente gratuito per registrare e modificare a piacere le tracce audio, scaricabile a questo link: http://audacity.sourceforge.net/?lang=it), abbiamo iniziato a registrare tutto quello che riconoscevamo distintamente come suono/rumore. Prima abbiamo isolato ogni singolo stimolo sonoro, poi abbiamo creato una condizione di silenzio tutt’intorno e in quel momento abbiamo fatto partire le registrazioni.
I bambini si sono dimostrati molto attenti, molto “professionali” e coinvolti nell’attività: ciascuno è stato produttore di un rumore o di un suono (che poteva essere anche simultaneo a quello degli altri).
Nella ricerca di suoni/rumori si è partiti prima di tutto dai cosiddetti “rumori di fondo”, quelli un po’ più nascosti, che produciamo o che sentiamo anche durante il lavoro, senza rendercene conto. È curioso che i primi ad essere riconosciuti siano stati proprio i rumori meno sentiti!
Tra questi i bambini hanno individuato: il rumore del gesso sulla lavagna, il rumore della matita/biro sul foglio, le pagine che vengono sfogliate, i fogli strappati, il rumore del pennarello mentre si colora, la caduta di oggetti quali una matita e le forbici, il rumore della porta che quando si apre cigola, …
Poi i bambini sono passati ad elencare (spontaneamente) i suoni più udibili e distinguibili in maniera chiara, tra cui anche le produzioni vocali e corporee: il suono della campanella, il loro chiacchierio durante l’intervallo, il rumore dei loro passi quando corrono, il rumore del pallone che rimbalza, le loro urla e i vari vocalizzi (tra cui i costanti “maestraaa”, “maestrooo” e “posso andare in bagno?” :-) ), le grida, i rimproveri e le parole dei maestri, il suono dei loro flauti, …
Dopo averli elencati ed aver pensato ad un modo agevole per riprodurli, i bambini sono passati alla fase di registrazione tramite computer, grazie ad Audacity.
La cosa più divertente è stata registrare i suoni/rumori che i bambini producevano con il loro corpo: urla, richieste, esclamazioni classiche, ecc… Ma anche la registrazione di grida e richieste da parte dei maestri (e del maestro, in particolare, con la sua voce squillante!).
Dopo aver raccolto e salvato tutte le tracce sonore, sono passata alla parte di modifica e assemblaggio, cosa troppo complessa (almeno per una classe terza della scuola primaria) da far svolgere ai bambini.
Ho utilizzato due software, in questa fase: il primo è il già citato Audacity, per modificare, selezionare, migliorare ed aggiustare le varie tracce sonore, salvate ed archiviate come files in formato mp3; il secondo software che ho utilizzato è Garage Band, già installato sul mio iMac, che mi ha permesso di assemblare le diverse tracce in un progetto sonoro, utilizzando anche un ritmo di accompagnamento, una linea di basso e infine di chitarra come sottofondo (ma, al limite, il progetto è interamente realizzabile anche solo con Audacity).
Utilizzando Audacity, sono inizialmente partita con il modificare le tracce registrate in modo da eliminare i periodi di silenzio, le eventuali imperfezioni e togliere i rumori di fondo. Per alcune tracce vocali ho effettuato dei taglia-incolla per rendere la voce più divertente; ho poi aggiunto degli effetti, come la voce che sfuma su alcuni finali.
L’impegno più grosso è stato quello di sistemare la traccia dei flauti. Ovviamente i bambini avevano eseguito la melodia molto più lentamente e con una ritmica leggermente variabile (certi momenti andavano più lentamente, altri più velocemente, non avendo a disposizione un metronomo che li guidasse in maniera precisa). È stato abbastanza complesso, quindi, modificare il ritmo della singola melodia in modo che seguisse quello dell’intera traccia. Ho utilizzato il comando “cambia tempo” per velocizzare la traccia, ovviamente facendo diversi tentativi, ma anche riuscendo ad arrivare ad una ritmica simile, rimaneva sempre il problema della variabilità del tempo, più veloce o più lento in certi tratti. Per migliorare questo aspetto ho quindi dovuto intervenire manualmente, eliminando alcune frazioni di secondo tra le diverse pause (accorciando, quindi, le note lunghe), per tagliarlo ed aggiustarlo in modo più preciso. Inutile dire che non è stato affatto un lavoro semplice…ma il risultato molto soddisfacente mi ha fatto dimenticare tutte le mie fatiche!
Il passaggio successivo è stato quello di “mixaggio” con Garage Band, un software molto semplice e divertente da utilizzare, anche per le mani (e gli orecchi) meno esperti. Ho scelto un ritmo abbastanza classico, con una linea di basso interessante, che desse un certo brio all’insieme. Più avanti ho anche utilizzato una linea di chitarra, che esaltasse l’ultima parte, quella dei “giochi di voci”. 
Ho inserito le varie tracce registrate in modo che si trovassero in punti precisi della metrica, per farli risaltare al meglio.
Ho scelto di alternare le tracce in modo da rappresentare in poco più di tre minuti le fasi quotidiane del classico tempo pieno: dopo il suono della campanella si inizia a lavorare in classe…e quando le richieste dei bambini si fanno troppo insistenti anche i maestri a volte perdono la pazienza! A quel punto tutti in silenzio, si lavora concentrati e i suoni/rumori che si sentono sono solo quelli degli oggetti che si maneggiano, ma attenzione a non esagerare quando la maestra fa delle domande! Poi si arriva all’intervallo (o dopomensa) in cui la speranza maggiore di ogni bambino è quella di giocare in giardino (tempo permettendo!). Ed infine le lezioni del pomeriggio: musica, per esempio…e quando arrivano le quattro tutti iniziano un po’ a “dare i numeri”, maestri e bambini! A quel punto non si può fare altro che una sana e grassa risata, perché che scuola è se non ci si diverte almeno un po’?
Il prodotto che ne è scaturito è molto simpatico, considerato che è stato realizzato da una principiante! Posso dire che sia io nel farlo, sia i bambini nel prepararlo e alla fine riascoltarlo (e anche i colleghi che gentilmente hanno contribuito!) ci siamo divertiti davvero un sacco!
I bambini hanno deciso di intitolare questa produzione “Maestra Dance” e se la ascolterete (a questo link) capirete subito il perchè! :-)

Commenti

  1. Grazie per aver messo a disposizione le tue conoscenze e la tua esperienza, per me sono state molto utili ed interessanti.

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    1. Grazie a te per l'entusiasmo! :-)
      E' sempre un piacere essere di aiuto e d'ispirazione per qualche collega!

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