Microscopiche vedute

Quest'estate sono venuta a conoscenza, quasi per caso, di un'offerta interessante che riguardava un microscopio collegabile ad un computer, da parte di un supermercato della catena Lidl. Il microscopio aveva un prezzo interessante e molto conveniente così, quasi per gioco, ho deciso di acquistarlo con la scusa che lo avrei potuto utilizzare a scuola collegandolo alla mia personale LIM.
Non avevo grandi aspettative, tuttavia ho provato ad effettuare alcune osservazioni e mi sono subito resa conto delle enormi potenzialità dell'oggetto (e dell'acquisto estremamente azzeccato!).
Il microscopio in questione si collega al computer via USB e viene alimentato grazie ad essa dal pc; non ha la possibilità di osservare ciò che accade “otticamente”, ma possiede una piccola webcam che proietta ciò che è visibile direttamente sullo schermo del computer. Questo è un vantaggio, non solo perchè (a differenza dei microscopi solitamente in dotazione alle scuole...che di solito sono davvero pochi, se ci sono!) non costringe i bambini a dover aspettare il turno e ad avere un tempo limitato di visione, per poi dover fare le considerazioni in un secondo momento, quando l'osservazione non è più possibile (con questo strumento tutti vedono in tempo reale e contemporaneamente quello che succede nel microscopio e inoltre riescono a fare riflessioni “in tempo reale” su ciò che stanno vedendo), ma anche perchè permette di poter immortalare attraverso fotografie o video ciò che nel microscopio viene osservato, in modo da poter rivedere anche in un secondo momento la situazione, per studiarla con più attenzione. Lo strumento diventa ottimo se collegato a una LIM, in classe.
Se però pensiamo a come utilizzarlo, in che contesto e con quali scopi, ci tornerà sicuramente alla mente la classica lezione di scienze, magari della scuola media o del liceo, in cui venivano osservati tessuti di animali o vegetali, piccoli insetti o parti di essi, muffe o altro, appositamente preparati sul loro vetrino.
Buccia di cipolla
Zampa di insetto
Qualche curioso, ai tempi della scuola magari, avrà tentato anche di utilizzare lo strumento per osservarsi un dito o un capello dalla fragile doppia punta...
Capello con doppia punta
Capello
Dito
Io non vorrei soffermarmi molto su queste classiche osservazioni, né sulla preparazione di accurati vetrini con pinzette e contagocce (difficili da fare con la poca pazienza dei bambini!). Vorrei piuttosto mostrarvi un paio di veloci esempi di come poter realizzare esperienze “microscopiche” interessanti e al tempo stesso facili da predisporre.
Per esempio, avete mai provato ad osservare la carta stampata al microscopio? Se la risposta è no, vi suggerisco di tentare, perchè di sorprese ne avrete e non poche!
Preparatevi sotto mano molti fogli di carta, da quella colorata delle riviste, a quella dei volantini pubblicitari, a quella appena uscita dalla vostra stampante, ad una fotografia stampata dal fotografo, alla scatola della pasta appositamente stampata a colori, al calendario, … Insomma, sbizzarritevi pure sul tipo di carta da utilizzare e riciclare: l'importante è che si tratti di carta stampata, cioè decorata o colorata grazie ad una stampante.
Fin dall'ingrandimento più piccolo rimarrete a bocca aperta: al posto dei colori infatti vi troverete davanti tanti...puntini!
Verde a sinistra e grigio a destra
Marrone
Rosa carne
Blu scuro
Puntini, macchioline, lineette...che all'apparenza nemmeno c'entrano nulla con il colore visibile ad occhio nudo! In effetti, se avete presente una stampante, come quella del vostro computer, vi sarete già accorti che questi hardware non utilizzano cartucce con una tavolozza di colori esagerata, ma soltanto tre, anzi quattro, colori: il magenta (un tipo di rosso), il ciano (un tipo di blu), il giallo e il nero. Alcune stampanti hanno le cartucce “colore” tutte unite, mentre altre separate, in modo da poterle cambiare in maniera selettiva.
Fin da piccoli ci hanno insegnato che questi sono i “colori primari” dei pigmenti e dalle loro sovrapposizioni si possono creare tutti i colori. Ebbene, la stampante applica alla perfezione questa regola: utilizza i tre colori primari per “macchiare” il foglio con puntini o macchioline piccole piccole e sovrapposte le une alle altre, in modo tale da dare al nostro occhio la sensazione di un colore uniforme, dalla sfumatura caratteristica. 
Sempre grigio e verde osservati da un ingrandimento più piccolo
Lo stesso verde visto da molto vicino
Sempre il verde, ancora più da vicino
Rosso
Verde e rosso scuro
Nero
Blu
Arancione
Marrone
Blu

Tutti i colori visualizzati in queste foto al microscopio, ad occhio nudo appaiono assolutamente uniformi e intensi. 
Questa serie di “puntini” o “macchioline” che possiamo osservare al microscopio varia a seconda del tipo di stampante utilizzata (della sua tecnologia) e della qualità della stampa. In particolare, questa tecnica viene chiamata retino stocastico. Per approfondire l'argomento vi consiglio di leggere qui, qui e qui.

A proposito di carta stampata...c'è un particolare tipo di carta stampata che ciascuno di voi conosce così bene da custodire gelosamente con sé ogni giorno. Bene, è arrivato il momento di esplorare al microscopio anche questa preziosissima carta stampata dai mille segreti: si tratta delle banconote!
Le banconote, oltre ad essere stampate su carta speciale, sono realizzate secondo particolarissimi accorgimenti e attraverso minuziosi ed interessanti dettagli anticontraffazione.
Per esempio, vi siete mai accorti delle minuscole scritte, linee o numeri che sono presenti all'interno dei disegni della banconota? No? Beh, non stupitevi: sono così piccoli da passare del tutto inosservati anche ad un occhio attento come il vostro!
Particolare dei 5 euro
Particolare dei 50 euro
Particolare dei 50 euro
Particolare sul retro dei 50 euro
50 euro
50 euro
Particolare sul bordo del ponte disegnato sui 50 euro
Sempre un particolare sulla banconota da 50 euro
È interessante andare a scoprire anche con i bambini questi piccolissimi particolari, che diventano sempre più fitti man mano che il taglio della banconota cresce.
Tutte queste osservazioni permettono ai bambini di porsi domande e di rendersi conto che ciò che ci appare scontato e banale nella realtà di tutti giorni (come il colore giallo di una scritta sulla pubblicità del giornalino o il disegno impresso su una comune banconota da 20 euro), in verità non lo è affatto.
Inoltre permettono, oltre ad una più accurata comprensione dei fenomeni e del “come sono fatte le cose”, anche una rielaborazione personale delle esperienze vissute, magari (in questo caso) sfruttando le osservazioni per un lavoro artistico di puntinismo (colorare un disegno con puntini colorati e sovrapposti, come fa una stampante, invece che utilizzando la classica tecnica), oppure per studiare un nuovo modo per rendere difficile ai falsari la copia di banconote contraffatte, magari utilizzando qualche sistema microscopico!
Insomma, per utilizzare un microscopio non serve per forza un vetrino preparato o un frammento di vegetale o animale da osservare accuratamente. Partiamo giocandoci, sperimentando le cose più semplici che sono anche quelle più inaspettate. Caliamoci piano piano nella scala dimensionale, senza fretta, per cercare di comprendere, a piccoli passi, come sono fatte le cose che tutti i giorni ci circondano.

Commenti

  1. Di che microscopio si tratta? Che caratteristiche tecniche ha? Posso avere qualche suggerimento per l’acquisto?

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  2. Di che microscopio si tratta? Che caratteristiche tecniche ha? Posso avere qualche suggerimento per l’acquisto?

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