Strani dadi...e uno speciale gioco dell'oca!

Ecco una bella esperienza che vi voglio raccontare (per chi è a caccia di "compiti autentici", potrebbe aver trovato qualcosa che fa al caso suo...😉 ).
E' un lavoro che ho svolto lo scorso anno in classe prima, qualche giorno prima della Festa della Matematica (era questo un dei laboratori matematici dedicati alle classi prime).
Io l'ho svolto in prima, ma nulla vieta che si possa sperimentare anche in classe seconda! E' assolutamente adattabile in base alle capacità e alle esigenze.



Il laboratorio di questa classe prima aveva come scopo la preparazione di alcuni tabelloni del celebre Gioco dell'oca da parte dei bambini, la creazione di pedine per giocare e la realizzazione di alcuni dadi "strambi" da lanciare per rendere più interessante e avvincente il gioco. 



Avevamo già giocato un po' di tempo prima al "gioco dell'oca vivente": una lunga linea dei numeri attaccata al pavimento del corridoio su cui i bambini praticamente ogni giorno andavano a giocare con alcuni dadi enormi: i tradizionali dadi numerici e il grande dado + e -.




Abbiamo iniziato il laboratorio parlando di...strani dadi! 😆  

Ho preparato io un po' di solidi di vario genere e tipo (qui trovate gli sviluppi dei solidi che ho usato, raccolti un po' qua e là su internet), ho fatto sedere i bambini comodi su un tappeto e uno ad uno li ho estratti mostrandoli loro, facendoli loro provare, osservare e analizzare in tutte le caratteristiche che riuscivano a scoprire. 
Anche perché gli strani dadi erano ancora "nuovi", cioè senza numeri! E per usarli ho detto loro che avrei avuto bisogno del loro aiuto per scrivere sopra alle facce i numeri, i pallini o i simboli + e -. 


Dunque, all'inizio erano scettici sul fatto che potessero essere chiamati dadi. Poi uno di loro ha detto che se si potevano lanciare, allora erano dadi a tutti gli effetti! Per cui ad ogni presentazione il rito era: uno di noi prova a lanciarlo (sul tappeto morbido, così non si rovinavano!) --> se si può lanciare allora possiamo considerarlo dado! Una palla non è un dado, ad esempio, perché non "si ferma"!!! Ma tutti questi sono dei bei dadi, perché hanno delle belle facce dritte. (!!!) 




Da lì siamo passati all'analisi: che forme hanno le facce? Li abbiamo osservati bene da tutti i punti di vista per rispondere. 
Tutte le facce sono uguali? No, alcune sono più grandi, più larghe, più strette, ... Alcuni dadi invece hanno tutte le facce precise e identiche! 




Quante facce ha ogni dado? Allora uno alla volta prendevano in mano il dado e contavano le facce. Se era troppo difficile contarle con le dita, prendevano la matita e segnavano con un puntino ogni faccia contata. Il dado con più facce ne aveva ben 20!!! (Icosaedro) 






A quel punto, abbiamo scoperto che i dadi potevano essere messi in "famiglie". Prima li abbiamo raggruppati sommariamente. La lezione successiva ogni bambino ha scritto un cartellino da 1 a 20 e abbiamo riposizionato i dadi nella loro "famiglia"...i "parenti" vicini vicini tra loro. 
Qui la cosa davvero interessante è stata che quando io ho detto di scrivere tutti i numeri da 1 a 20 per mettere i dadi in famiglie, loro hanno obiettato dicendo che dadi con una sola o due facce erano impossibili da avere! Qualcuno ha detto che anche con tre facce era impossibile! E molti ricordavano che il dado con il minor numero di facce che avevamo contato era quello da 4. (Tetraedro) 😉








Una volta classificati i dadi nelle "famiglie", abbiamo continuato l'analisi dal punto di vista del lancio. Dopo alcuni lanci dei dadi, qualcuno si è accorto che non tutti i dadi erano molto "equi"! Mi hanno detto che in alcuni dadi certe facce erano più strette o più larghe e quindi era più "difficile" far cadere, ad esempio, il dado lilla sulla sua faccia più piccolina, in piedi bene come una colonna! Anche altri dadi avevano questo tipo di "difficoltà" per alcune facce. 




Poi abbiamo preso il dado grigio chiaro... E lì ci siamo accorti che in quel caso non è che fosse difficile far cadere il dado su alcune delle sue facce, ma era addirittura......impossibile!!! 😱 Infatti quel dado, essendo storto o pendente, non si poteva mettere in piedi su due delle sue facce! Per cui, se avessimo messo dei numeri su quelle facce, potevamo già sapere che sarebbe stato impossibile farli uscire! (!!!!!) 

(Distinzione: "facile"/"difficile"/impossibile davvero super!!!)


Andando avanti, ho preparato su fogli bianchi 4 sviluppi di dadi "strani" + lo sviluppo del cubo che già conoscevano da far loro ritagliare, piegare lungo le linee, comporre e poi incollare sul quaderno in modo che si potessero aprire e chiudere a piacere (nei primi mesi dell'anno avevamo fatto lo stesso con il dado classico, cioè il cubo). Prima di metterli a ritagliare ho chiesto loro se riuscivano a riconoscere, guardandolo così disteso, quale dado dei miei sarebbe "apparso". Molti ne hanno indovinati almeno 3! 



Ritagliati, piegati, appiccicati al quaderno con un pezzettino di scotch e decorati a piacere con colori, numeri, simboli..... 

Passo successivo: ho dato a tutti stavolta un dado tradizionale o un dado parallelepipedo da ritagliare da cartoncino colorato. Ritaglio, piega, poi li ho aiutati a chiuderli con lo scotch. A quel punto li ho divisi in gruppi ed ogni gruppo aveva un tot di dadi cubici e altri dadi di altre forme (capitate a caso). 

Tempo prima, quando avevamo visto il numero 7, dato che con i dadi ci stavamo lavorando da settembre (è stato il regalo che abbiamo fatto loro il primo giorno di scuola), avevamo scoperto che tutti i dadi rispondono alla "regola del 7", ovvero: se si osservano le facce opposte del dado, la somma dei numeri o dei puntini è sempre 7! Avevamo "studiato" la cosa con dadi e sviluppo del dado già da un po'...e alcuni bambini lo hanno ricordato! 
Per cui, in piccolo gruppo, hanno deciso di scrivere su alcuni dadi cubici i numeri o i pallini seguendo questa regola (quasi tutti hanno rispettato la regola senza difficoltà!). Hanno deciso che anche per i dadi parallelepipedi, "parenti" di quelli cubici perché anch'essi avevano 6 facce, potevano fare la stessa cosa! 

Per tutti gli altri dadi, hanno scelto come procedere: hanno scritto come volevano i numeri (non per forza in ordine!) oppure i pallini oppure i simboli + e -. 








La cosa "divertente" è che non tutti hanno ovviamente rispettato il concetto di "equità", cioè in più di un dado è capitato ad esempio che venissero scritti un maggior numero di - rispetto ai + o viceversa. Ecco, loro hanno scritto a matita e io ho ripassato in pennarello le loro scritte senza modificare questi "errori".






Come lavoro successivo, abbiamo proprio giocato a dadi! Due bambini alla volta si sfidavano scegliendo uno o più dadi numerici a testa o dadi + e - (in cui vinceva chi faceva il numero più alto o chi faceva +). 
Ecco, in quest'ultimo gioco qualcuno si è accorto che qualcosa "non quadrava"! Anzi, i più furbi sceglievano i dadi proprio tenendo conto delle osservazioni! Ad esempio, il dado verde scuro (icosaedro) offre più possibilità di vittoria rispetto al dado classico. Anche il dado rosa era un dado particolarmente "fortunato", mentre altri erano sempre perdenti... Chissà perché... 



I bambini poi si sono trovati di fronte ad un ulteriore problema. Alcuni dadi, dopo essere stati lanciati, capitava che non finissero con una faccia verso l'alto! Erano i dadi (ma questo lo dico io) con un numero di facce dispari... Ecco, insieme abbiamo deciso che quel tipo di dadi, per leggere il numero uscito, bisognava alzarli per vedere la faccia "sotto", cioè quella su cui era appoggiato il dado. Ad esempio, quando si lancia un dado tetraedro, per scoprire il numero uscito bisogna prima alzarlo e guardare sotto!
(Qualcuno aveva proposto di fare la somma di tutte le facce che si potevano vedere, ma nel caso del + e - sarebbe stato un problema capire che fare, per cui si è deciso di scegliere questa idea!) 



Dopo aver lavorato alcune lezioni con i dadi, siamo passati alla preparazione di un vero gioco dell'oca. Come ho già detto, questo gioco non era nuovo per loro. Avevamo già giocato sia usando la linea dei numeri calpestabile, sia con mini giochi dell'oca tradizionali che qualcuno di loro aveva portato a scuola, scoprendo le prime semplici regole e le caratteristiche.

Ho iniziato dividendo la classe in gruppi più o meno omogenei e ho chiesto loro di provare a realizzare un tabellone per il gioco dell'oca a loro piacimento, che arrivasse alla casella numero 20, tenendo solamente conto del fatto che come pedine avremmo usato dei tappi di plastica (a scuola ne abbiamo sempre in abbondanza!) e che quindi le caselle sarebbero dovute essere abbastanza grandi da contenerle.
Oltre al tabellone, ogni gruppo avrebbe dovuto scegliere dove posizionare i "tranelli" (scelti insieme in una fase preparatoria) e costruire anche delle apposite pedine per giocare, utilizzando i tappi.

Ogni gruppo aveva a disposizione un foglio A3 con quadretti da 1 cm (strappato dalla metà di un quadernone simile ai loro).

Ecco i bambini al lavoro. Ogni gruppo ha scelto la sua strategia, che ha portato a un risultato diverso. I bambini hanno scelto dove inserire i "tranelli", colorando di uno specifico colore la casella indicata (sono stati attenti a non sovrapporre i tranelli o a non renderli irrealizzabili - ad esempio, se avessero messo "vai avanti di tre caselle" alla casella n. 18, sarebbe stato impossibile da realizzare! Oppure "torna indietro di 3 caselle alla casella 12 e "vai avanti di tre caselle" alla casella 9...ci sarebbe stato qualche problema! Hanno dovuto perciò "distanziare" le caselle speciali, usando un criterio logico). 

Ho ripassato con il pennarello nero i contorni del tracciato e i numeri, in modo da renderli più visibili (soprattutto per quei gruppi che avevano un po' più "pasticciato" il foglio). Alcuni gruppi hanno iniziato dalla casella 0, mentre altri hanno inserito la casella "Via", come punto di partenza.
Hanno poi scelto di riciclare la carta già buttata nel cestone della differenziata che abbiamo in classe per realizzare dei simpatici disegni da applicare con la colla sui tappi per rendere più belle le pedine da gioco.










































Come ultimo lavoro, ho proposto ai bambini l'interessante materiale Polydron per la costruzione di solidi tridimensionali.
All'interno di un gioco a squadre, una delle prove che in gruppo dovevano sostenere era: usando il Polydron, provate a costruire un dado. 
Alla luce del lavoro svolto, le loro idee hanno potuto prendere forma in modo più semplice e forse anche più creativo. 
Ecco le produzioni dei gruppi.








E' stato un lavoro abbastanza lungo, ma interessante e molto utile. Ha fatto emergere ragionamenti complessi, non scontati, inaspettati, che diventeranno solide basi per un lavoro futuro.
Vedremo i risultati più avanti, spero (già si vedono ora in classe seconda!)...vi terrò aggiornati! 😉




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