Dalla Prima Prova dell'Esame di Maturità...

«Se si vuole essere creativi, bisogna recuperare una certa dose di noia creatrice che era propria dell’otium. È solo quando vi sono le condizioni e il tempo di riflettere, recuperando il taedium vitae – che per Seneca era l’opportunità di “frequentare se stessi” (secum morari) – che possono rivelarsi intuizioni preziose, soluzioni impreviste. Così il cervello ha l’opportunità di “creare”. Verbo affascinante, che apre spiragli straordinari, connessi alla capacità umana di immaginare; verbo tanto inquietante da essere censurato in certe comunità, poiché di pertinenza esclusiva del divino. Eppure squisitamente umano: saper creare è una qualità che appartiene a tutti e può rivelarsi in relazione alle capacità individuali e all’occasionalità».

Carlo BORDONI


«Non conosco alcun metodo che abbia mai aperto la strada a qualche invenzione; né alcuna invenzione trovata con metodo. Al contrario, il rischio ingenerato dall’esodo, termine opposto al metodo, va verso biforcazioni talvolta ricche di una informazione inattesa [...]. Metodica e ordinata, la ragione segue delle leggi, mentre l’invenzione, esodica, contingente, caotica, va come il tempo del mondo. Esemplarmente inventivo, il Grande Racconto segue infatti la serendipità. Dio sa giocare a dadi».

Michel SERRES


«La doppia vita di ogni ricerca, il suo doppio piacere e il suo doppio dovere, starebbe in questo: non perdere la pazienza del metodo, la lunga durata dell’idea fissa, l’ostinazione delle preoccupazioni dominanti, il rigore delle cose pertinenti; ma non perdere neppure l’impazienza o l’impertinenza delle cose fortuite, il tempo breve delle scoperte, l’imprevisto degli incontri, cioè gli accidenti di percorso. È un dovere paradossale, difficile da onorare proprio a causa dei suoi due estremi – le sue due temporalità – contraddittori. Ci sono tempi per esplorare la strada maestra, e tempi per scrutare le vie laterali. E, forse, i tempi più intensi sono quelli in cui il richiamo delle vie laterali ci porta a cambiare strada maestra, o piuttosto a farcela scoprire per ciò che era già ma ancora non comprendevamo. In quel momento, il disorientamento dell’accidentale fa apparire la sostanza stessa del percorso, il suo orientamento fondamentale».

Georges DIDI-HUBERMAN


«Il fattore economico più prezioso non è il capitale fisico, o qualche materia prima, ma la creatività. [...] Come mai in passato, la creazione di valore economico dipende dal capitale umano e dal talento. Il rendimento economico dell’innovazione non è mai stato tanto alto e il compenso ottenuto da chi la genera è anch’esso lievitato. [...] La competizione globale sarà incentrata sulla capacità di attrarre capitale umano e imprese innovative. Il numero e la forza dei distretti dell’innovazione di un Paese ne decreteranno la fortuna o il declino»

Enrico MORETTI



Ecco alcuni stralci presi da una delle tracce della Prima Prova di Maturità di questa mattina. 

Tutte le tracce erano davvero belle e interessanti. Ma io personalmente, se fossi stata al posto dei giovani studenti, credo che avrei scelto questa.


Da insegnante di matematica posso dire quanto sia importante la creatività e il pensiero divergente nella vita di tutti giorni, così come la capacità di risolvere con logica i problemi e le difficoltà che ci si pongono di fronte. 

Questi brani sono molto incisivi e dicono moltissimo.


A me hanno fatto molto riflettere. (Ci scriverò un tema, magari!)

E credo che siano un bel pro-memoria anche per tutti noi insegnanti. (Non solo per i maturandi!)


Prima di tutto, lavoriamo sulla creatività! 

Non indirizziamo troppo, ma lasciamo sperimentare, ragionare, ipotizzare, costruire su strade sconosciute...lasciamo che ci sorprendano con le loro intuizioni, soluzioni e invenzioni.
Senza dare troppo per scontate le regole; senza fornire troppe strade già pronte; senza rendere i tempi ed i ritmi serrati, come a rincorrere qualcosa che sta sempre per finire; senza fornire metodi “infallibili” che aiutano solo nei meccanismi... 
Lasciamo loro il tempo, non abbiamo sempre paura di perderlo! Sarà tutto e solo tempo guadagnato! 
Lasciamo che costruiscano da soli le loro regole, che trovino spontaneamente, anche per prove ed errori, le loro strategie per arrivare a una soluzione. 
Permettiamo loro di lasciarci senza parole davanti a un prodotto che non ci aspettavamo. 
Concentriamoci sull’importanza del creare e dell’innovare. Facciamo loro creare qualcosa di nuovo ogni giorno.


È questo forse il senso più alto del fare matematica a scuola. 

È questo forse ciò che più sarà utile a loro nella vita di domani.


Ci tenevo a condividere questi pensieri con voi. 

Per leggere tutte le tracce di Maturità complete, potete cliccare su questo link: http://www.istruzione.it/…/…/Italiano/Ordinaria/P000_ORD.pdf

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