BeeBot...dai percorsi al quaderno!

Oggi vi racconto questa esperienza che abbiamo realizzato in classe seconda, in occasione della Code Week di qualche anno fa.

Per svolgere queste attività ci siamo serviti del robottino BeeBot che i bambini avevano già conosciuto ed utilizzato in classe prima (qui vi raccontavo la loro prima esperienza matematica con BeeBot).

Dopo aver ripreso in mano BeeBot e averla usata per programmare percorsi, però abbiamo fatto un piccolo salto in più e siamo "atterrati" sul quaderno, svolgendo una simpatica attività con BeeBot in miniatura! E' stata un grande successo ed è servita per molti aspetti matematici e non solo, quindi ve la racconto nel dettaglio.




Per prima cosa, abbiamo utilizzato BeeBot sui tabelloni che avevamo già realizzato in classe prima: un tabellone rettangolare con tanti quadrati colorati e una sorta di linea dei numeri con 20 quadrati tutti in fila.




I bambini avevano già imparato a programmare BeeBot e quindi questa attività è stata per loro un po' un ripasso, un po' una sfida per mettersi alla prova individualmente o in coppia...ma anche un momento per una piccola "lezione di coding" a dei compagni di un'altra classe che ancora non conoscevano BeeBot.

Ecco che cosa abbiamo fatto.

1- Sul tabellone rettangolare colorato, abbiamo potuto ripassare come programmare BeeBot e quali comandi usare per arrivare in un certo punto.
Ad esempio, io davo istruzioni di questo tipo: "Vai su una casella rossa" oppure "Vai sulla casella gialla più lontana" oppure "Vai sulla casella verde scuro più vicina", e così via, dando modo ai bambini prima di tutto di scegliere la posizione, anche in base a dei criteri geometrici.
I bambini sceglievano dove andare e pianificavano il percorso, attraverso i comandi di BeeBot.
Facevo venire un bambino alla volta, oppure una coppia, se il bambino desiderava avere aiuto o supporto. I compagni dal posto osservavano e provavano a verificare mentalmente se il percorso era corretto, seguendo i comandi che ogni bambino dava a BeeBot. 
Era bello vederli ipotizzare dove sarebbe arrivata BeeBot o prevedere l'esito di un percorso! Qualcuno dava suggerimenti, qualcun altro diceva: "Giusto!" oppure "Oh oh..." se capiva che qualche comando era stato dato in maniera non esatta...






Condivido anche alcuni video che mostrano l'attività svolta dai bambini.







2- Sulla linea dei numeri, i bambini provavano a raggiungere un determinato numero dando dei comandi, oppure seguivano alcune operazioni semplici che io suggerivo, ad esempio, se erano sulla casella 5 io potevo dire "5 + 3" e loro andavano avanti di 3 caselle, oppure "5 - 2" e loro indietreggiavano di due caselle.
Questa attività semplice la avevamo già sperimentata in classe prima. A differenza del tabellone grande, in questo caso gli unici comandi che servono sono AVANTI e INDIETRO, quindi tutto il lavoro risulta molto più semplice.
Sul tabellone grande, invece, i bambini dovevano utilizzare anche DESTRA e SINISTRA e ricordare che questi comandi non facevano spostare l'ape in una di queste direzioni, ma semplicemente la facevano ruotare di 90 gradi (si girava, ma non procedeva avanti, quindi bisognava premere il tasto AVANTI per farla muovere su una nuova casella).


3- Un'altra attività che abbiamo svolto, sempre a partire dalla linea dei numeri (ma a volte anche con il tappeto) era questa: un bambino doveva scegliere una programmazione e dire ad alta voce i comandi usati (ad esempio: avanti, avanti, indietro, avanti). Quando aveva finito di programmare, prima di far partire BeeBot i compagni dovevano indovinare dove sarebbe arrivato il robot! In questo caso si trattava di porre attenzione ai comandi dati dal compagno e, mentre lui li elaborava, immaginare il percorso che avrebbe fatto BeeBot sul tabellone. Inutile dire che chi indovinava gioiva sempre moltissimo!



4- Interessante è stato il momento che i bambini hanno condiviso con i compagni di un'altra classe seconda, che non aveva avuto modo in prima di conoscere BeeBot e che quindi doveva imparare da zero come utilizzarla.
I bambini hanno interamente spiegato come funzionasse l'ape e hanno supportato i compagni nella programmazione dello strumento, affiancandoli nelle attività proposte.
E' stato molto utile, perché i bambini si sono sentiti "competenti" e in grado di svolgere una mini-lezione di coding a dei compagni. Ovviamente anche i nuovi amici hanno imparato molto rapidamente a maneggiare lo strumento e a programmare i loro percorsi.


Dopo queste attività più dirette e che hanno sempre fatto uso del robottino, ho deciso di spostare l'attenzione dei bambini sul quaderno, per proporre un'attività più strutturata e un pochino più complessa.

Ho spiegato loro che la nostra amica BeeBot si era "miniaturizzata" per poter entrare in ognuno dei loro astucci!!! 
Per loro è stata una grande emozione poter avere una BeeBot personale da tenere sempre con sé!

Ecco che cosa ho preparato.
Ho recuperato dagli armadi della scuola dei vecchi regoli di legno bruttini e ingialliti, che non usava più nessuno. In particolare, ciò che mi serviva erano i regoli da 1, cioè i cubetti da 1 cm di lato.
Questi cubetti sono molto molto comodi, perché possono stare facilmente nei quadretti del quaderno e quindi ho pensato che potevamo realizzare una mini griglia su misura per far muovere la nostra piccola BeeBot in miniatura!

Su ogni cubetto ho fatto (con un pennarellino indelebile a punta fine) i seguenti segni. Sulla faccia da tenere più in alto ho disegnato BeeBot, con gli occhietti direzionati in un certo modo, per rendere chiaro il suo orientamento.
Sulla faccia alla sua destra ho scritto una D di destra. Sulla faccia di sinistra ho scritto una S di sinistra. Sulla faccia direzionata verso l'avanti ho messo la A di avanti ed infine sulla faccia direzionata verso il retro di BeeBot ho messo la I di indietro. Ho lasciato bianca solo la faccia opposta a BeeBot, che ci sarebbe servita solo come appoggio sul quaderno.

Vi metto qui sotto delle immagini che illustrano come ho realizzato i dadini di BeeBot e, per semplicità, anche uno schema in pdf nel quale ho riportato su uno sviluppo di un cubo i vari comandi inseriti sul dado, nella giusta posizione (così potete farvi un'idea).







Ho preparato un dado per ciascuno dei miei alunni e l'ho consegnato dicendo loro di tenerlo in un posto sicuro e di non perderlo! (Era impensabile, dopo tutta quella enfasi, di poter perdere BeeBot!!! Sarebbe stato tragico!!! 😂😂😂🐝) 

Ogni bambino ha preso il suo dado e l'ha osservato con attenzione. Abbiamo discusso sul perché ci fossero quelle lettere sul dado e abbiamo capito il criterio che avevo utilizzato per costruirli.
Ho spiegato loro che la mini-BeeBot poteva scivolare sul quaderno e muoversi esattamente come quella grande, ma che stavolta dovevamo utilizzare noi i comandi giusti per muoverla e, cosa ancor più difficile, scrivere noi il codice dei suoi movimenti!!!

I bambini hanno preso questa proposta come una sfida e subito hanno voluto provare a cimentarsi in questa divertente impresa!

Abbiamo perciò costruito sul quaderno una griglia quadrata, formata da 36 quadratini (6x6 quadrati di 1 cm di lato...cioè due quadretti da mezzo centimetro del nostro quaderno).
Dopo averla disegnata, ho mostrato ai bambini che una faccia del cubetto di BeeBot aveva le stesse dimensioni di uno dei quadretti della loro griglia. Li ho invitati così a provare a far muovere la loro mini BeeBot sulla griglia, un po' come la vera BeeBot si muoveva sul loro tappeto colorato. Loro hanno provato, anche facendola girare a destra e sinistra.




Anch'io alla lavagna ho costruito una griglia simile e subito dopo ho posizionato BeeBot in uno dei quadratini, direzionata in un certo modo. Anche i bambini hanno disegnato BeeBot nella stessa casella.

Prima di iniziare l'esercizio vero e proprio, ho chiesto ai bambini di sovrapporre il dado di BeeBot sull'apina che avevano appena disegnato nella griglia, in modo che la sua testa fosse direzionata nello stesso modo. Poi ho fatto alcune prove con loro: se BeeBot andasse avanti? E se girasse a destra? E se tornasse indietro?
Mentre davo queste indicazioni oralmente, i bambini muovevano il loro dado come indicato, mentre io, sulla lavagna, muovevo fisicamente BeeBot. Abbiamo ragionato sui possibili errori che potevano fare, ad esempio con il comando DESTRA girarsi e andare sulla casella di destra: il movimento corretto (così come fa BeeBot) era solo una rotazione verso destra (di 90°) sulla stessa casella.
Ho inoltre suggerito di osservare le lettere presenti sul dado nel caso di dubbi. Se il comando era DESTRA e loro non ricordavano quale fosse la destra, bastava guardare sul dado dove fosse posizionata la lettera D per far ruotare l'ape di conseguenza. Le indicazioni sul dado servivano quindi proprio per aiutarli a individuare le giuste direzioni da prendere (ma non solo...lo vedrete nell'attività successiva!)


Dopo aver giocato un po' oralmente, sulla lavagna ho scritto accanto alla griglia alcuni semplici comandi abbreviati (A, D, S, I: come sul dado) come le diverse direzioni in cui poteva andare BeeBot. I bambini li hanno copiati uno alla volta sul quaderno. 
A quel punto, ho spiegato loro come giocare: ho fatto prendere il pastello giallo e ho fatto evidenziare la casella di partenza di BeeBot. I bambini, seguendo le indicazioni riportate accanto alla griglia, avrebbero dovuto far muovere fisicamente la loro mini BeeBot nel modo corretto. Per lasciare traccia del percorso, ho suggerito loro di colorare di giallo ciascuna casella toccata dalla piccola BeeBot, come una scia di miele che avrebbe lasciato sul terreno!
Ho dato però anche questo suggerimento: all'inizio, per poter correggere facilmente in caso di errore il proprio percorso, ho suggerito di fare solo un piccolo segno lineare con il pastello. Nel caso avessero sbagliato qualcosa, infatti, sarebbe stato facile cancellare un piccolo segno con la gomma. Nel momento in cui il percorso veniva effettivamente verificato (o io davo l'ok oppure controllavamo insieme sulla lavagna), i bambini coloravano interamente le caselle toccate da BeeBot, in modo da rendere ben chiara la sua strada.
Le prime volte abbiamo lavorato molto lentamente e in maniera guidata: io scrivevo un solo comando alla volta, loro lo trascrivevano e segnavano sul percorso il punto in cui si spostava BeeBot. Poi, man mano vedevo che prendevano sicurezza, scrivevo più comandi di seguito, in modo da far completare il percorso in autonomia.













Abbiamo giocato in questo modo diverse volte. I bambini si divertivano e si lasciavano prendere dal gioco.
E' stato anche un modo per ripassare e consolidare destra e sinistra, concetti che ancora non per tutti sono così chiari a questa età.

Ogni volta che proponevo dei nuovi comandi, disegnavamo una nuova griglia per giocare e dicevo dove e come posizionare la BeeBot di partenza. I bambini hanno iniziato a prendere questo gioco un po' come una sfida. Nel caso qualcuno fosse in difficoltà, un compagno si affiancava e dava indicazioni su come muovere il piccolo dado. In generale, dopo pochi tentativi, tutti sono stati in grado di individuare un percorso correttamente con la propria mini BeeBot.







In alcune sfide, facevo posizionare BeeBot inizialmente in modi insoliti. Ad esempio, la sfida che ho definito loro "più difficile" (e che quindi hanno anche preso con più serietà ed impegno!) è stata quella in cui in partenza BeeBot era in una casella della prima fila in alto, rivolta al contrario, cioè in maniera opposta rispetto al proprio punto di vista.
In questo caso, i bambini si sono resi conto che le indicazioni dovevano essere interpretate "al contrario" e qui le lettere riportate sul dado sono state di grande aiuto! Qualcuno, in questa fase, ha anche pensato bene di girare il quaderno: ottima strategia!


Dopo aver giocato in questo modo più volte (anche in giornate diverse), per non far calare l'attenzione, ho proposto delle varianti al gioco, che hanno subito fatto appassionare i bambini.

La prima variante è stata "INVENTO IO". Ogni bambino aveva la possibilità di inventare uno o più percorsi sulla griglia, ma alla fine doveva codificare ogni spostamento della piccola ape attraverso i comandi direzionali, scritti accanto alla griglia.
Questo era praticamente il lavoro opposto a quello precedente. Un po' più difficile, ma sicuramente stimolante e alla fine riuscito da tutti (qualcuno con qualche aiuto).
La cosa più divertente era il fatto di potersi inventare una strada personale. Qualcuno ha proprio scelto di inventare dei percorsi "curiosi", scrivendo accanto il codice corretto.









La seconda variante è stata sicuramente la più strana, ma anche la più avvincente. Era la sfida del "LANCIO IL DADO".
In pratica, il nostro strumento che usavamo per simulare i percorsi di BeeBot era un dado a tutti gli effetti! E così come un dado si prestava...alla sorte!

Lo abbiamo usato quindi in questo modo. E' stato sempre un lavoro individuale (qualche volta di coppia, per chi aveva più difficoltà e aveva bisogno di un piccolo aiuto). 
Su una nuova griglia i bambini posizionavano BeeBot in un punto a loro scelta. Poi iniziavano a lanciare il dado e scrivevano il comando uscito a caso dal lancio accanto alla griglia, poi coloravano la casella in cui, casualmente era finita BeeBot. 
In pratica, i comandi rispettavano quelli indicati sulle facce: AVANTI, INDIETRO, DESTRA e SINISTRA. Ma il dado aveva sei facce! Ecco quindi i comandi che abbiamo scelto per le restanti: se usciva BeeBot, era come un jolly e i bambini avevano la possibilità di scrivere un comando a loro scelta (A, D, S, I). Se invece usciva l'unica casella bianca, il gioco finiva e così il loro percorso!
Nel caso un comando fosse "ineseguibile" (ad esempio costringesse BeeBot ad uscire dalla griglia), i bambini dovevano rilanciare il dado una seconda volta per ottenere un comando diverso.
Il gioco-percorso quindi si concludeva quindi quando usciva la casella bianca del dado.










Inutile dire che questa ultima versione è stata quella più stramba, ma anche più divertente! Grazie al caso, la piccola ape sembrava "impazzita", girava più volte, ritornava sui suoi passi, andava avanti e poi indietro...facendo divertire e ridere i bambini ogni volta!

Anche questa ultima versione, più casuale, è stata un modo per poter verificare le abilità acquisite in questo percorso: saper codificare correttamente un comando, utilizzare indicazioni per muoversi in una certa direzione, riconoscere destra e sinistra, lavorare sullo spazio geometrico-topologico, cambiare punto di vista e riconoscersi in un'altra posizione, dare indicazioni correttamente rispetto a un percorso.
Queste attività hanno coinvolto moltissimo i bambini e hanno permesso loro di raggiungere un buon grado di autonomia in queste abilità. Il lavoro è poi proseguito con un ulteriore e interessante approfondimento, che vi racconterò in un prossimo post.






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