Oggi vi propongo una breve ma splendida citazione che vi consiglio di leggere in toto, perché credo che sia un'importantissima riflessione da fare per interrogarsi sulla nostra didattica.
Tutti noi, insegnanti di matematica, abbiamo necessità di confrontarci con queste parole per capire quale responsabilità abbiamo nei confronti dei nostri alunni.
E' presa dall'introduzione al libro "I perché della matematica elementare" di Carmelo Di Stefano, che se volete potete consultare in toto a questo link.
“La matematica è certamente la disciplina più controversa
fra quelle cosiddette di base, amata fino alla follia¹ da pochissimi, odiata in modo viscerale dalla
gran parte. I motivi di questi atti contraddittori sono molteplici e non è
intenzione del seguente lavoro di studiarli. Ciò che l’autore in queste pagine
si propone è di far comprendere intanto che la Matematica non può studiarsi “a
memoria”, che qualsiasi approccio si scelga, quale che sia il motivo per cui
essa si studi (imposto dall’esterno, per dovere o per piacere) non si può
prescindere dalla comprensione di ciò che si fa. Si potrebbe obiettare che ciò
è vero per qualsiasi disciplina, solo che purtroppo, soprattutto nella scuola italiana,
si continua ad insistere su una matematica ripetitiva, noiosa, in cui è bravo
chi sa calcolare o sa ripetere ciò che dice il libro o l’insegnante. A questo
avviso vorrei ricordare la bellissima frase di Oscar Chisini: la matematica è l'arte di non fare i calcoli.
La matematica da molto tempo non è più, se mai lo è
stata, solo la scienza dei numeri e delle figure. Da Galileo in poi, si è compreso
che è la lingua dell’Universo², solo che purtroppo
sono ancora pochissimi quelli che la comprendono. E la motivazione di questa
sciagurata scelta è semplicemente una: la maggioranza di chi insegna matematica
non la conosce. Questo atteggiamento è legato alla errata convinzione secondo
la quale gli argomenti base possono essere insegnati da chiunque perché “facili”. Ovviamente è esattamente vero il
contrario, perché essendo argomenti base faranno parte del corredo culturale di
ogni individuo che si plasma, spesso in modo adamantino e quindi è
successivamente impossibile da modificare, proprio nei primissimi anni di
scuola. Paradossalmente le conoscenze e la padronanza della matematica di un
maestro elementare, pur se limitate in orizzontale, in profondità dovrebbero essere
superiori a quelle di un professore universitario.”
1 Non è un modo di dire, diversi matematici finirono in manicomio, solo per citare i più famosi, il padre della teoria degli insiemi George Cantor che vi morì nel 1917, e il conosciutissimo protagonista del pluripremiato film A beautiful mind, John Nash, che vi fu ricoverato parecchie volte.
2 La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intendere la lingua e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto. (Il Saggiatore, 1623).
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