Ecco perchè non amo il silenzio...


...e poi c’è chi nella sua classe ha sempre un silenzio perfetto. 

Ma volete mettere la bellezza di un grido di gioia per la soddisfazione di aver risolto una sfida quasi impossibile?? 
O il brusio diffuso di tante menti in fermento che insieme trovano la strategia migliore per arrivare alla soluzione di uno strano problema?? 
E le parole che spiegano al compagno di banco come arrivare più rapidamente al risultato di un’operazione ragionando?? 

Boh, il silenzio è bello quando è silenzio d’incanto, di puro e genuino interesse, di rapimento totale in una situazione... 
Ma troppo silenzio ha forse il rischio di far spegnere l’entusiasmo e addormentare la voglia di conoscere, sotto le mentite spoglie di un invito alla concentrazione. 

Chissà... 
Mi sbaglierò, ma io preferisco mille volte sentire il rumore che fanno tanti cervelli in azione e riuscire a percepire come vivi i pensieri che nell’aria emergono e si muovono, trasformandosi in idee, parole, azioni, emozioni...



Commenti

  1. Mi piace! Mi consola, mi rinfranca, mi aiuta la tua riflessione.
    Io amo la didattica laboratoriale... bambini impegnati in piccoli gruppi per pensare insieme, aiutarsi, condividere ipotesi e riflessioni...
    Ma... con la mia collega stanno più in silenzio!!! 😩
    Con me... una fatica! Torno a casa stremata, talora soddisfatta (sanno fare tanto e con arguzia) talaltra amareggiata per comportamenti scorretti di bambini che preferiscono litigare fra loro più che ascoltare, partecipare, crescere, imparare.

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    1. Ciao! Lavorare in questo modo non è facile. Bisogna abituare i bambini fin da piccolissimi con attività di questo tipo. All'inizio non è semplice, specie se con altri colleghi non sono abituati a queste modalità (anzi, magari fanno proprio il contrario). Ci vuole tanto impegno, soprattutto all'inizio, per far funzionare le cose. Ma quando poi i bambini capiscono che quella modalità di lavoro è una "cosa normale" e si abituano alle metodologie, allora tutto è più semplice e si riesce a lavorare sempre meglio.
      Anni fa ho preso una classe terza (che poi ho portato fino in quinta), abituata a lavorare nel più tradizionale dei modi. All'inizio era sfiancante farli lavorare in gruppo: litigavano, non rispettavano le regole, non se ne arrivava a una, erano più impegnati a prevaricare l'uno sull'altro che a concentrarsi sul compito che proponevo. Non è stato facile per niente. Ma poi via via siamo arrivati in quinta con un'abitudine diversa e con risultati sempre migliori. Certo, questa modalità è stata una "novità" che hanno incontrato sul loro cammino e quindi per qualcuno è rimasta fino alla fine "una roba un po' strana da fare"...
      Con la classe prima successiva che ho preso (anzi, le prime perché sono due...che ora sono già diventate terze!) è stato tutto diverso! Ho iniziato fin dai primissimi giorni ad utilizzare modalità di lavoro laboratoriali. Devo dire che sono stata fortunata perché molti di loro arrivavano da una scuola dell'infanzia che aveva lavorato molto sulle dinamiche relazionali fin dai 3 anni. Comunque per loro questo modo di lavorare è assolutamente "normale": io lo propongo quasi sempre durante le lezioni e loro, adesso che sono in terza, hanno chiarissime le regole per il lavoro di gruppo. Sanno gestirsi, sanno da soli autocontrollarsi, qualche volta è necessario il mio intervento diretto, ma ormai in maniera marginale. E devo dire che è una grande soddisfazione lavorare così.
      Quindi il consiglio è di non mollare, perché ne vale la pena! Davvero!

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